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L’ INVIDIA AL LAVORO. UN’ EMOZIONE DEVASTANTE

Titolo: 

L’ INVIDIA AL LAVORO. UN’ EMOZIONE DEVASTANTE

Autori: 
Bénédicte Vidaillet
Casa editrice: 
Editore Ananke, 2011, Pp. 231, Euro 17.50

Questo volume di Vidaillet si colloca in un’area davvero poco esplorata nell’ambito degli studi sulla vita organizzativa. Composto da otto capitoli ed un Conclusione, il testo si apre con la Prefazione dal titolo Invidioso, io? Assolutamente no, con cui si entra subito nel vivo del tema: un tema, che è anche un problema che, per l’appunto, si riconosce molto facilmente negli altri, ma assai meno facilmente in noi stessi.

Le prime pagine offrono un quadro globale dell’invidia nel lavoro in quanto elemento assai diffuso ma anche spesso dimenticato e relegato in secondo piano sullo scenario della vita organizzativa.

I due capitoli di maggiore interesse sono quelli che trattano sia degli effetti dell’invidia sul sistema organizzativo, sia degli stili di management che producono, rinforzano e sviluppano gli atteggiamenti e i sentimenti invidiosi tra le persone. Con il sesto capitolo – Invidia e narcisismo nelle organizzazioni contemporanee – si pone al centro dell’attenzione il connubio tra due complessi sentimenti che, nel loro insieme, sono davvero potenzialmente esplosivi come dimostra l’esistenza di numerose organizzazioni “malate”, nelle quali sarebbe indispensabile procedere ad un’attenta opera di assessment delle qualità dei manager - vedi il mio libro L’assessment delle qualità manageriali e della leadership (Franco Angeli, Milano) -.

La discussione degli intrecci tra potere, successo, competizione e invidia sarebbe forse potuta essere più stringente nel testo di Bénédicte Vidaillet, ma in ogni caso il capitolo successivo pone l’accento sul mondo emotivo, val a dire sul posto che le emozioni occupano nella dinamica delle relazioni organizzative.

Infine, l’ottavo capitolo dona al testo una fisionomia costruttiva in quanto prende in esame il “cosa e come fare” per costruire una vita di lavoro che sia il meno possibile cosparsa dai sentimenti dell’invidia. Qui sono indicate diverse vie di uscita tra le quali il saper far fronte a situazioni distruttive, l’evitare di dare eccessivo e punitivo peso ai fallimenti, e il saper scegliere dei manager sufficientemente “sani”.

L’invidia, si sa, mina alle radici la sensazione di sentirsi a proprio agio in ogni genere di situazione sociale e nel mondo del lavoro il sentirsi a proprio agio – e poter godere di una sana autostima – rappresentano dimensioni che sono fortemente legate al benessere soggettivo (ed organizzativo).

 

Andrea Castiello d’Antonio