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COVID-19, Medici in prima linea, psicologia, e comportamenti delle persone nella pandemia

Covid-19 e comportamenti delle persone nella pandemia

Il numero 1 del 2021 della rivista AMERICAN PSYCHOLOGIST presenta diversi contributi interessanti in merito alla pandemia Covid-19 e alla reazione dei team socio-sanitari e medici nel contesto stressante della situazione di emergenza. Un argomento di cui mi sono occupato – insieme a Luciana d’Ambrosio Marri  – nell’articolo “Burnout: l’incendio che aumenta col virus”, pubblicato sulla rivista PSICOLOGIA CONTEMPORANEA (n. 280/281 Luglio-Ottobre, 2020).

Vedi anche un commento sulle possibilità di maggiori conflitti familiari nel lockdown qui. E vedi un parallelo tra la situazione del Covid-19 e i bombardamenti di Londra nel corso del secondo conflitto mondiale cliccando qui.

Il primo articolo che voglio segnalare tra i tanti pubblicati da AMERICAN PSYCHOLOGIST nel primo numero del 2021, è quello dal titolo “COVID-19 and the workplace: Implications, issues and insights for future research and action” – tratta dell’impatto nei luoghi di lavoro, sulle persone, sui gruppi e sull’organizzazione in senso ampio, focalizzandosi sui cambiamenti emergenti nelle pratiche di lavoro come l’home working e il lavoro di squadra virtuale, e sui cambiamenti emergenti che riguardano le persone: ad esempio, la dinamica del distanziamento sociale, lo stress e le nuove dimensioni della disoccupazione.

Una panoramica ad ampio raggio, che prende in esame altri fattori intervenienti che incidono sulla reazione delle persone, fornisce un approccio integrativo per considerare le implicazioni di COVID-19 negli ambienti di lavoro, identificando i problemi da trattare nella ricerca futura e i necessari approfondimenti per fornire soluzioni.

In un secondo articolo – “Helping healthcare teams save lives during COVID-19: Insights and countermeasures from team science” – si discute come di come team sanitari negli USA hanno fatto fronte alla pandemia. Le condizioni che sono state affrontate sono state caratterizzate – almeno nei primi tempi – dalla mancanza di dispositivi di protezione individuale e dalla carenza di personale, mentre nella società si sono diffuse le preoccupazioni dei genitori circa l’organizzazione di adeguati servizi di custodia dei bambini.

Mentre la natura e la gravità dei fattori di stress che incidono sui team sanitari sono per molti versi senza precedenti, decenni di ricerca psicologica che esplorano il lavoro di squadra in contesti estremi possono fornire spunti per comprendere e migliorare i risultati dei team socio-sanitari che operano in situazioni di crisi.

Questa rassegna illustra come gli psicologi possono utilizzare questa conoscenza per migliorare il lavoro di squadra dei team medici nel contesto della pandemia COVID-19.

La rassegna fornisce anche delle indicazioni sul futuro, notando come gli psicologi possono supportare i team sanitari a riprendersi e reagire.

Il terzo articolo che voglio qui segnalare è “How personality and policy predict pandemic behavior: Understanding sheltering-in-place in 55 countries at the onset of COVID-19.

La pandemia ci ha portato a rivisitare una delle domande fondamentali della psicologia in un contesto ad alto rischio: cosa determina il comportamento umano? In questo articolo sono indagati gli effetti indipendenti e congiunti delle politiche governative (ottica di macro-livello) e dei fattori psicologici individuali (ottica di micro-livello), vale a dire la personalità, rispetto alla tendenza di rimanere in casa, al riparo.

Sono stati analizzati i dati raccolti a fine marzo e inizio aprile 2020 (il periodo di tempo che ha coinciso con la fase iniziale e accelerata della pandemia COVID-19), su oltre centomila partecipanti distribuiti in ben 55 paesi. E’ stato preso in esame il fattore della variabilità, cioè le variazioni, anche sostanziali, nel rigore della politica governativa di ciascun paese, sia le variazioni che si sono manifestate nel tempo all’interno di un medesimo contesto.

Le analisi hanno rivelato che il rigore delle politiche governative è stato positivamente correlato al rimanere al sicuro nelle proprie abitazioni, ma i soggetti estroversi mostravano una correlazione negativa rispetto alla tendenza a rispettare il lockdown.

Sono poi presi in esame altri aspetti della personalità – tutti nell’ottica del FFM, il Five Factor Model – mostrando, ad esempio, che anche quando un governo ha elevato le restrizioni relative al lockdown, alcuni individui si sono comportati in modo incongruo, evidenziando un comportamento di esposizione al rischio.

 

Andrea Castiello d’Antonio