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Responsabilità

Autori: 
Mario Vergani
Casa editrice: 
Raffaello Cortina, 2016

Trattare, oggi, la tematica della responsabilità non è impresa semplice. Non a caso questo libro reca come sottotitolo Rispondere di sé, rispondere dell’altro, stabilendo subito un primo concetto fondamentale e cioè la dimensione relazionale della assunzione e della gestione delle responsabilità.

Il volume esce nella collana Saggi dell’editore Raffaello Cortina e si presta a molteplici letture, a cominciare da quelle connotate dall’analisi filosofica fino a giungere a interpretazioni calate nella realtà della vita quotidiana e, naturalmente, anche nella realtà della vita professionale. Suddiviso in quattro capitoli preceduti dall’Introduzione, il testo si apre con il capitolo dal titolo Lo scenario dell’agire responsabile. Ben presto sono poste una serie di domande centrali che ruotano sul come, quando, e in che misura si deve ritenere di essere responsabili, in confronto a cosa e a chi, per rispondere a quel missione, compito o imperativo. Tali riflessioni – che si aprono successivamente nel secondo capitolo, Elementi per una teoria della responsabilità – si agganciano all’epoca attuale, al mondo complesso e mutevole di oggi e, quindi, alla necessaria abilità nella gestione dei rischi e delle incertezze.

La responsabilità è così messa in relazione alla motivazione della condotta, quindi indirizzata verso una dimensione di risposta all’Altro che, immediatamente, pone però l’interrogativo sul perché ci si dovrebbe sentire necessitati a rispondere alle richieste, ai bisogni e ai desideri, dell’Altro. Attraverso un confronto tra la responsabilità collettiva e condivisa, oggettiva e soggettiva, ci si sposta sul tema dell’etica nella direzione dello sviluppo della sensibilità verso coloro che ci circondano. In tale direzione il discorso sulla responsabilità si sposta progressivamente verso una riflessione sull’etica della relazione e sulla questione dei complessi rapporti tra responsabilità e libertà (mia e altrui), potere, volere e sapere. E anche la dimensione temporale acquista un nuovo significato se vista nell’ottica dell’agire responsabile. Il dare inizio all’azione responsabile si deve infatti coniugare con la prosecuzione dell’azione, unendo così il momento presente con il futuro e aprendo le porte all’importante tematica della concreta gestione della propria area di responsabilità orientata verso il futuro, verso il domani e – in senso assai più ampio – verso le future generazioni.

Emerge dunque il concetto di responsabilità come qualcosa di sempre e comunque rivolto a considerare le conseguenze delle nostre azioni. “La responsabilità è tale quando situata, concreta. Allora non è l’idea di uomo che è in gioco, ma è quest’uomo che a me si rivolge” (p. 146). Credo che questa breve frase possa rappresentare un punto di riflessione per ciascuna persona che, per mestiere, si occupa degli altri, vuoi nella dimensione della gestione di individui e gruppi, vuoi nella forma dell’educazione e della formazione.

Come ho avuto modo di sottolineare nella prolusione tenuta all’Accademia Militare di Modena il 16 marzo 2016 dal titolo Etica della Responsabilità, nel nostro mondo del lavoro si ha necessità di una forma concreta e applicata di responsabilità, cioè a dire di una responsabilità messa in pratica, visibile e testimoniata, giorno dopo giorno, dal comportamento manifesto delle persone. A fronte di tanti proclami altisonanti e di tante parole spese nel corso dei due ultimi decenni sull’etica manageriale, abbiamo assistito a impressionanti disconferme di ciò che veniva dichiarato dal top management di tante imprese, e scritto nei codici di comportamento e nelle carte dei valori aziendali: il caso della Enron Corporation è esemplificativo e difficilmente dimenticabile!