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BUSINESS RISK WORKAHOLISM

Titolo: 

BUSINESS RISK WORKAHOLISM

Autori: 
Ulrike Emma Meißner
Casa editrice: 
Peter Lang, 2018, Pp. 142, Euro 38,00.

Questo libro presenta i risultati di alcune ricerche svolte in Germania in tema di Workaholism e si collega al lavoro svolto dal medesimo autore, pubblicato nel 2005, che puntava a evidenziare la necessità di un vero e proprio risk management da parte delle aziende al fine di limitare i danni del Workaholism. Con il presente studio, per la prima volta nell’ambito dell’area di lingua tedesca, la ricerca ha dato la parola alle persone direttamente coinvolte, cioè ai dipendenti da lavoro, con l’intenzione di confrontare il loro punto di vista con quello dei manager interpellati nello studio del 2005. Questa nuova e originale ricerca è stata possibile con il supporto della Workaholics Anonymous, nel contesto dello sviluppo della generale consapevolezza del problema sociale del Workaholism, andando oltre la visione che vede nella dipendenza da lavoro un problema esclusivamente personale, cioè del singolo manager o professionista che ne è affetto.

Nei primi capitoli del libro sono illustrati i principi generali e i concetti di fondo del Workaholism, descrivendo i diversi tipi di soggetti afflitti dalla dipendenza da lavoro sotto la prospettiva psicologica, con una nota sulla fisionomia dell’addiction (nella dimensione della substance-free addiction) e dei sintomi che essa presenta. A tale riflessione si associa quella relativa all’Human Resources Risk Management e a ciò che può essere realizzato in tale area, soprattutto in termini di prevenzione. Il quarto capitolo presenta il progetto di ricerca, gli obiettivi, i soggetti-target, le domande poste e la tipologia di analisi dei dati, approfondendo ancora la dimensione del “rischio” per l’individuo e per l’organizzazione, e differenziando la tipologia di rischio in riferimento alle tipologie di soggetti che manifestano la dipendenza da lavoro. Tale analisi è condotta sullo sfondo della definizione dell’Human Resources Risk Management, e degli strumenti che possono essere messi in campo.

E’ da notare che alcune innovazioni certamente positive oggi diffuse nel mondo del lavoro – un esempio per tutti: il telelavoro, svolto dalla propria abitazione – possono supportare o incrementare la dipendenza da lavoro e la tendenza a confondere la dimensione personal-privata con quella professionale.

Il libro di Ulrike Emma Meißner presenta una sintesi delle più importanti ricerche condotte nei paesi e nelle comunità di lingua tedesca (oltre la Germania, l’Austria e la Svizzera), evidenziando i casi in cui alcune aziende si sono mosse al fine di creare dei servizi di supporto e consulenza per far fronte a tale problematica. Un importante focus della ricerca rimane quello che ruota intorno agli effetti che le modalità di comportamento organizzativo tipiche dei workaholics possono avere sulla situazione non solo sociale, ma anche economica e di produttività dell’organizzazione in cui lavorano. Al fine di illustrare tale aspetto, i questionari che sono stati utilizzati hanno posto domande proprio ai soggetti interessati, chiedendo loro di effettuare una auto-valutazione sugli effetti che il loro comportamento può avere sul business. Emerge, così, la dimensione dei vantaggi (spesso apparenti) e dei rischi e dei danni – spesso molto reali ed evidenti – che un’organizzazione può avere “utilizzando” i workaholics, o addirittura promuovendone le inclinazioni.

I due capitoli conclusivi sono quindi dedicati all’analisi complessiva dei risultati che sono emersi, presentando alcuni strumenti atti a svolgere la risk analysis e proponendo alcune azioni concrete al fine di sensibilizzare la responsabilità dei manager, anche aiutandoli a visualizzare i collaboratori a rischio. Infine, è da notare che questa ricerca empirica ed esplorativa si è mossa sul versante qualitativo, cercando cioè di intercettare il significato dell’esperienza soggettiva dei rispondenti e di interpretare l’insieme dei dati che sono emersi.

 

Andrea Castiello d’Antonio