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ANSIA DELL’AEREO. LA PAURA DI VOLARE. AEROFOBIA

paura dell'aereo

SECONDA PARTE: A TERRA!

BRAVO IL COMANDANTE!

È QUASI FINITA…

Un breve applauso potrebbe scandire il momento in cui le ruote iniziano a correre sulla pista, ma soprattutto questo momento è contrassegnato da un bel sospiro di sollievo da parte di un certo numero di passeggeri…

Certamente vi sono ancora alcune fasi da superare, ma si può ormai affermare che il più è fatto.

La prima fase che si presenta al passeggero è il rullaggio in frenata sulla pista e la frenata stessa - l'inversione di spinta dei motori - che può provocare un "andare in avanti" con il corpo anche abbastanza brusco.

In relazione a numerosi fattori, tra i quali la lunghezza della pista di atterraggio, la tipologia di aeromobile e le condizioni atmosferiche, la corsa dell'aereo a terra può essere più o meno ampia e quindi essere caratterizzata da una frenata progressiva e dolce, ovvero da uno o più bruschi momenti di richiamo della corsa del velivolo sulla pista.

Inoltre, nei grandi scali si apre ora una fase di "camminata" tra piste e piazzali di sosta - l'aereo viene infatti indirizzato verso la piazzola di sosta - una fase che può anche occupare qualche minuto, fino al momento in cui l'aereo giunge in prossimità dell'area di parcheggio.

Com'è noto i passeggeri devono rimanere seduti ai loro posti con le cinture allacciate fino al posizionamento finale del velivolo e fino all'annuncio degli assistenti di volo - i quali spesso richiamano, giustamente, coloro che si alzano prima del tempo -.

Dunque, l'aereo è infine giunto nell'area assegnata e un calo della potenza dei motori segnala che si è ormai quasi alla linea di uscita: lo spegnimento del segnale luminoso che obbliga tutti a mantenere le cinture allacciate è spesso sinonimo di una sorta di scatto in velocità, almeno da parte di alcuni dei passeggeri, i quali si precipitano ad aprire i vani portabagagli e a prendere i propri bagagli.

Ma non solo in un aereo al completo possono trovare posto nei corridoi solo quei passeggeri che sono seduti sulle poltrone esterne, e pochi altri: si tratta anche di non farsi troppe illusioni e di predisporsi ad un'ulteriore attesa che potrebbe riservare qualche sorpresa.

Infatti, l'aereo rimane con i portelloni ben sigillati fino a che non viene dato il relativo comando - il che significa che gli addetti allo scalo hanno portato a compimento tutte le manovre necessarie ad accogliere i passeggeri -.

Le sorprese che possono ancora cogliere il passeggero ansioso - questa volta, ansioso di scendere a terra, soprattutto! - sono costituite dal mancato o ritardato arrivo della scaletta (e/o dei bus), o dal lento posizionamento del finger sulla porta di uscita per consentire l'accesso diretto al terminal dei passeggeri.

L'opzione di poter uscire attraverso una sola delle porte dell'aereo, o attraverso due o più porte è strettamente legata all'organizzazione dell'aeroporto e alle modalità di prelievo dei passeggeri.

Infatti, quando l'aereo si posiziona davanti ai finger, l'uscita è naturalmente soltanto attraverso questa via, in genere la porta anteriore del velivolo. Ma si tratta di attendere il momento fatidico in cui un cambiamento di rumorosità interna e la percezione della fila di passeggeri che inizia ad ondeggiare per uscire, indicano inequivocabilmente che l'attesa sta per finire.

Nel corso dell'attesa è comunque in genere sempre attiva l'aria condizionata.

Può sembrare poca cosa, ma in una cabina piena di gente è indispensabile - e nelle rare situazioni in cui viene ridotta o ad un dato momento spenta, non si sta certamente in modo confortevole -.

E… Per fortuna che c'è la musica! - come si sente esclamare da qualche passeggero in trepida attesa, riferendosi alla musica di sottofondo che accompagna i momenti in cui si sta tutti dentro la cabina, in attesa del momento magico dell'apertura dei portelloni…-.

 

Paragrafo tratto dal Capitolo 3, pagine 100-101

“Le fasi della manifestazione dell'angoscia”

del mio libro

“LA PAURA DI VOLARE”

Franco Angeli, Milano, 2011

 

Andrea Castiello d’Antonio